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Se
Trump ignora Salvini Chi davvero minaccia la
democrazia Non
c’è alcuna ragione di stupirsi se Donald Trump neghi di aver mai conosciuto
Matteo Salvini. Lentamente il magnate newyorkese si sta calando nei panni del
candidato alla presidenza della Repubblica. Sarebbe imbarazzante se tutte le
sue simpatie convergessero sulle opposizioni ai governi europei amici degli
Stati Uniti d’America. Salvini vuole dire Le Pen in Francia, Hofer in
Austria, non certo Cameron e Merkel in Inghilterra e Germania. Se un futuro
presidente degli Stati Uniti d’America si ritrovasse all’opposizione in tutta
Europa, sarebbe come se avesse perso la seconda guerra mondiale invece di
averla vinta. Mai Trump entrasse alla Casa Bianca, dovrà rivedere meglio la
sua agenda dei rapporti internazionali. Per mantenere una qualche parvenza di
relazione con le cancellerie occidentali, meglio che badi ai suoi fans. A
dire la verità conoscendo il personaggio Trump, bisognerebbe mantenere una
grande cautela nel valutarne prese di posizioni e comportamenti. Dopo
l’imbarcata subita dal povero McCain contro Obama, era in qualche modo
plausibile vedere libero adito alla bizzarria eccentrica e sovversiva di
Trump. Il che non significa necessariamente che Trump non possa rivelarsi in
futuro un buon presidente. Semmai preoccupa seriamente la presa di distanza dello
stesso ambiente repubblicano nei suoi confronti. Che tutta la famiglia Bush,
gli eredi diretti del reaganismo, scelga di sostenere Illary Clinton, è
qualcosa di completamente inconcepibile e segna una rottura profonda del Gop
che ancora bisognerà valutare. Per quello che riguarda l’Italia, al momento,
il problema si rivolge principalmente a Salvini. Di fatto è diventato lui il
principale antagonista del governo, se non altro perché i 5 stelle non
riescono a dare l’impressione di potere spendere una leadership politica
nazionale di un qualche spessore. Salvini avrà pure delle ragioni, ma il
quadro delle alleanze internazionali in cui si riconosce è tale da aver
spaventato persino Trump. Forse anche Berlusconi farebbe bene a sbrigarsi a
prenderne le distanze e così coloro che pensano di poter fare con il leader
leghista qualche tratto di strada comune. Bossi minacciava la secessione da
esaltato e confuso liberale qual era. Salvini è un prototipo del nazionalismo
xenofobo che trova nelle vecchia Europa tradizioni inquietanti e pericolose,
quelle stesse che furono capaci davvero di sospendere per almeno un ventennio
la democrazia nel nostro continente. Roma, 3
giugno 2016 |
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